Un paese in movimento

Le scelte infrastrutturali di pianificazione si basano sulla valutazione della domanda di trasporto merci e sulla sua evoluzione. Un quadro di insieme generale del traffico merci internazionali e nazionali con i dati dal 2014 al primo semestre 2018 del Rapporto Check-up log: le infrastrutture strategiche per il trasporto e la logistica a cura di Confetra

I 4 trend del traffico internazionale
1. Crescita complessiva
Gli scambi internazionali (import + export) dell’Italia sono cresciuti dal 2014 al 2017 del 12,3% in valore e del 12,6% in quantità.
2. Export in rialzo
In termini assoluti, nel 2017 l’export ha raggiunto il 31,8% del prodotto interno lordo, con un saldo commerciale complessivo (export-import) positivo: 47 miliardi di euro nel 2017 contro i 41 miliardi di euro del 2014. I dati per il primo semestre 2018 confermano la crescita degli scambi internazionali italiani, seppure con percentuali inferiori rispetto all’anno precedente.
3. La geografia del traffico internazionale
Guardando alla geografia dei traffici in quantità, il 57,6% degli scambi internazionali dell’Italia in tonnellate/anno avviene con il continente europeo, il 12,3% con l’area MENA (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Turchia), l’11,4% con i restanti paesi del Medio Oriente, l’8,7% con le Americhe e il 7,3% con il Far East e l’Oceania. Inoltre, dei soli traffici verso la UE a 28, che rappresentano il 43,2% del totale, il 72% transita attraverso i valichi alpini terrestri (stradali e ferroviari) e il 28% attraverso i porti.
4. Traffico ferroviario: andamento positivo
I dati degli ultimi anni indicano un trend in leggera crescita, anche se, soprattutto per il traffico ferroviario. occorre considerare gli effetti di diversione osservati tra valichi svizzeri e austriaci per effetto dell’incidente del Rastatt di agosto 2017. In particolare, i valichi svizzeri sono complessivamente scesi a 38,81 milioni di tonnellate/anno, con una contrazione ferroviaria del 5,3%. Il valico del Brennero è invece accreditato di 50,7 milioni di tonnellate/anno complessive, con una crescita del traffico stradale maggiore di quello ferroviario che ha beneficiato anche dell’interruzione del Rastatt.

I 4 trend del traffico nazionale
1. Merci in ripresa
La ripresa dei traffici merci nazionali è un dato di fatto, sottolineato da più fonti e richiamato anche in documenti recenti ufficiali del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
2. Differenziazione
In particolare, si assiste a un interessante decoupling tra crescita dei traffici e andamento macroeconomico, con moltiplicatori almeno pari a 2 per tutti i modi di trasporto, e superiori a 6 per il Ro-Ro (trasporto con nave-traghetto) e per il cargo aereo.
3. Investimenti necessari
Appare quindi necessario dare la priorità a investimenti adeguati a sostegno delle infrastrutture per le modalità di trasporto più utilizzate dai flussi in export, così da sostenere una ripresa trainata dalle performance esportative del Paese.
4. E-commerce a gonfie vele
Il confronto 2017 rispetto al 2016 ha confermato che il nostro paese ha agganciato saldamente la ripresa economica, con una fase di accelerazione iniziata nel secondo semestre dell’anno. Una componente rilevante della ripresa ha riguardato il perdurare della crescita dell’e-commerce, che nel 2017 ha visto incrementare i web shopper italiani del 10% (raggiungendo quota 22 milioni) e gli acquisti da siti italiani del 17%. Complessivamente, gli acquisti online degli italiani da siti nazionali e internazionali raggiungono i 23,6 miliardi di euro e, per la prima volta, i prodotti superano i servizi (vedi grafico E-commerce; acquisti degli italiani da siti internet 2011-2017): il paniere degli acquisti online italiani si sta lentamente avvicinando a quello rilevato nei principali mercati stranieri.

Riguardo alle aspettative per il secondo semestre 2018, oltre la metà delle imprese intervistate si aspetta che perdurino gli attuali livelli di crescita e il 41,5% con una ancor maggiore crescita dei traffici.

I 6 trend del mercato
I cicli di crisi e ripresa economica degli ultimi anni hanno modificato non solo la struttura e i volumi dei traffici merci nazionali e internazionali ma anche il mercato dell’offerta dei servizi di trasporto e lo scenario competitivo delle imprese. Le principali tendenze in atto possono essere così riassunte.

1. Nel settore del trasporto marittimo containerizzato gli analisti sostengono che nel 2018 si dovrebbero accentuare le tendenze già osservate nel 2017, con particolare riferimento alla concentrazione dei traffici container, con le prime dieci flotte portacontainer a coprire il 77% della capacità mondiale complessiva. Peraltro, con l’acquisizione di OOCL (Orient Overseas Container Line) da parte di Cosco e la nascita di ONE  (Ocean Network Express), che riunisce i rami portacontainer delle tre maggiori compagnie giapponesi (K Line, MOL e NYK), la capacità di stiva delle dieci maggiori compagnie del settore container continuerà a crescere, nel corso del 2018, fino all’82,5%. Ormai il mercato è determinato dalle scelte strategiche delle tre grandi alliance.

2. Anche nel trasporto marittimo di rotabili (Ro-Ro) sta rapidamente emergendo una tendenza alla concentrazione degli operatori, con una sempre maggiore importanza degli armatori italiani a livello Mediterraneo. Al tempo stesso, l’ingresso di MSC nel settore, con servizi dal porto di Trieste verso la Turchia, apre ulteriori prospettive di mercato. Va infine sottolineata la sempre più stretta comodalità tra Ro-Ro e trasporto ferroviario, in particolare dal porto di Trieste e, in prospettiva, anche grazie al progressivo upgrade della rete ferroviaria, anche di Livorno e di Ancona e, più generale, di tutti i porti della penisola interessati da importanti traffici di rotabili.

3. Nel trasporto stradale gli operatori stranieri detengono una quota di mercato del 60% nei transiti ai valichi alpini e del 41% ai porti, con tempi medi di permanenza nel territorio nazionale in quest’ultimo caso anche superiore alla settimana per il 22% dei veicoli stranieri. Emergono anche forme di cabotaggio irregolare, soprattutto lungo l’asse del Brennero e da/verso l’Est Europa.

4. Nel trasporto ferroviario il mercato nazionale si va sempre più aprendo alla concorrenza: le imprese ferroviarie attive sono una ventina e la quota dell’ex monopolista, dopo una progressiva riduzione, ha visto un rilancio d’impresa a partire dal 2017. Anche il mercato storicamente meno appetibile, ossia quello da/verso il Sud Italia, ha visto incrementare il numero di imprese ferroviarie attive, da 8 del 2014 a 11 del 2017, molto probabilmente anche grazie agli effetti del cosiddetto incentivo sconto pedaggio. Si guarda inoltre con interesse all’attivazione dei progetti di utilizzo della rete AC/AV per le merci, con le iniziative (pur diverse per mercato di riferimento e soluzione tecnica) di Mercitalia e Interporto Servizi Cargo.

5. Il comparto del trasporto cargo aereo sta rispondendo con grande dinamicità alle difficoltà congiunturali e alle incertezze derivanti dalle politiche protezionistiche e commerciali che le grandi potenze economiche mondiali sembrano voler perseguire almeno nel breve termine.

6. Alle considerazioni fatte, partendo dai numeri sul traffico, si aggiungono quelle sull’evoluzione del contesto economico che impongono che manifattura e logistica si ripensino insieme. Oggi il transit time delle merci nel “viaggio” origine/destinazione è elemento “nuovo” e decisivo di competitività dei sistemi produttivi, al pari di quelli più “tradizionali” (costo del denaro, credit crunch, flessibilità, produttività, oneri burocratici). Occorre superare quindi una cultura di impresa vecchia che spezzava i segmenti “produzione industriale = manifattura” e “logistica = commodity”. Serve un approccio completamente nuovo: i clienti oggi sono globali, di prodotto e di servizio. La competitività del Sistema Paese dipende dalla riuscita del “matrimonio” tra manifattura e logistica e lo stesso Paese competerà come tale, nel mondo, in virtù delle potenzialità logistiche e geoeconomiche che riuscirà a dispiegare in un contesto assai complesso.

Le infrastrutture strategiche per il trasporto e la logistica
Sulla base di queste considerazioni su attualità e futuro dei trasporti merci, o meglio della logistica, ci sono 14 infrastrutture, materiali e immateriali, che Confetra considera decisive per lo sviluppo del settore.

Il presidente Nereo Marcucci chiarisce che queste infrastrutture «non sono “negoziabili” e siamo disponibili a rappresentare, anche tecnicamente, al professor Ponti (incaricato del governo sulla revisione della spesa statale sulle grandi opere), alla nuova struttura di Missione del ministero dei Trasporti che nessuna ulteriore project review potrà scalfire questo nostro convincimento. Anzitutto perché fondato anch’esso su basi scientifiche di analisi di origine e della destinazione dei flussi che andranno a percorrerle, dei  nodi di aggregazione della merce, della verifica dei transiti, delle connessioni fisiche tra agglomerati produttivi manifatturieri e vettori e della proiezione dei flussi.

Le opere sono: galleria ferroviaria dei Giovi (terzo valico di Genova) e relative adduzioni; interventi ferroviari di potenziamento del nodo di Genova; autostrada A36 Pedemontana Lombarda; linea ferroviaria ad alta velocità e capacità tra Napoli e Bari; interventi ferroviari per il porto di Trieste; progetto della Darsena Europa nel porto di Livorno, con il relativo progetto di Scavalco per la connessione ferroviaria; interventi ferroviari diffusi tra ultimo e penultimo miglio contenuti nel contratto di programma della rete ferroviaria italiana; terminale ferroviario di Milano Smistamento; adeguamento delle prestazioni della linea ferroviaria storica tra Bologna e Firenze; implementazione del progetto Malpensa cargo district; completamento della strada statale 106 Jonica; completamento dei terminal dei porti di Genova-Sampierdarena e Savona-Vado; tunnel ferroviario di base del Brennero e nodo di Verona; gronda di ponente di Genova e attuazione Sportello unico doganale e deicontrolli.   

DIRIGENTI E QUADRI DEL SETTORE TRASPORTO E LOGISTICA (2017)
I dirigenti dei trasporti del settore privato sono a fine 2017 4.345, il 3,8% dei 113.099 totali, mentre i quadri sono 34.782 (7,8% dei 446.924 totali). Pochi, anche in un paese poco managerializzato come il nostro, se pensiamo che nei trasporti abbiamo 0,5 dirigenti ogni 100, mentre la media nazionale è 0,9 e nella manifattura sono 1,3, e oltre i 2 nelle attività finanziarie e assicurative, nell’immobiliare e nella comunicazione. Non male la presenza femminile, 15,2%, a fronte di una media del 17%. Svettano in questo caso i servizi postali e le attività di corrieri dove la componente femminile è al 28,5%.Quasi 1.000 (909) attivi in 312 aziende i dirigenti che hanno uno dei contratti trasporti e logistica gestiti da Manageritalia.

Leggi la versione integrale del rapporto Check-up Log: le infrastrutture strategiche per il trasporto e la logistica

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