Un selfie in tre dimensioni

All’ultimo Tech Open Air di Berlino Suvi Uski, esperta finlandese di social media
e identità digitale, ha chiarito nel suo intervento dal titolo “How and why social media changes our everyday behavior”
che le nostre rappresentazioni in rete sono abbastanza vere ma mai troppo. Balanced Authenticity, secondo Suvi. Potremmo, spingendoci oltre, chiamare tutto questo anche identity performance. Costruire se stessi con i selfie? Esatto. Questi autoscatti non sono mai spontanei (anche quando appaiono tali) ma costruiti per rappresentare online la nostra presunta vera vita offline.

Se guardiamo al panorama dei social media possiamo notare che le rappresentazioni diventano sempre più dinamiche. Con Instagram costruiamo il nostro “digital body”, con Snapchat una temporanea “pop-up identity”, con Musical.ly e Dubsmash “Instant artistic identity”. Prossima dimensione? Ovviamente la terza. Snapchat ha rilevato a giugno 2016 Seene, un’app che permette di scattare selfie in 3D. A differenza del progetto Tango o Kinect di Microsoft, Seene non ha bisogno di speciali sensori a infrarossi e telecamere multiple. Insomma, sempre facile da maneggiare. Resta da capire dove ci porta tutto questo. Sicuramente a una revisione del concetto di autenticità.

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Articolo tratto dall’ultimo numero di Dirigibile

Dirigibile è l’inserto di Dirigente – la rivista di Manageritalia dedicato all’innovazione, agli scenari e alle opportunità di un futuro che è già presente.

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