Yoga: che business!

Dal 19 al 21 ottobre andrà in scena a Milano lo YogaFestival. Riflettori puntati su una disciplina millenaria che oggi attira un numero crescente di praticanti in tutto il mondo. E il giro d'affari è stratosferico

Negli Stati Uniti sono oltre 20 milioni, nel nostro paese “solo” 2 milioni. Parliamo delle persone che praticano abitualmente yoga. È, questa, una disciplina che, nel corso dell’ultimo decennio, ha vissuto un vero e proprio boom. Lo dimostra l’incremento delle scuole che lo insegnano (il cui numero è raddoppiato) e lo dimostra l’organizzazione dello YogaFestival, in programma a Milano dal 19 al 21 ottobre. Una tre giorni in cui si alternano conferenze, seminari e free class per grandi e piccini. Sì, perché c’è anche uno spazio che ospita laboratori e attività per i bambini.

Di fatto quello dello yoga è oggi un grande business. Si stima che, nel nostro paese, il giro di affari complessivo si attesti intorno ai 200 milioni di euro. Un mercato fatto di capi di abbigliamento, accessori (come tappetini, cinghie, mattoncini), libri, videocorsi, vacanze in resort più o meno esotici.

Lo yoga ha invaso persino Instagram. Digitando #yoga sul social network appaiono quasi 57 milioni di post (e il numero aumenta ogni giorno). Nella gran parte dei casi si tratta di immagini “photoshoppate”, esteticamente perfette: corpi atletici, magri in posture da contorsionista su sfondi da sogno. Neanche una goccia di sudore, un po’ di rimmel sbavato o un rotolino che “sfugge” dai leggins. La cultura dello yoga su Instagram sembra riflettere l’ossessione contemporanea per il corpo: il desiderio di bellezza, forza e flessibilità.

Per fortuna ci sono hashtag come #curvyyogi o insegnanti come Jessamyn Stanley che ci riconciliano con la nostra (umana) imperfezione.

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