L’appello di Manageritalia alla politica per una genitorialità condivisa

Cinque proposte dei manager italiani per una genitorialità sempre più condivisa e che non penalizzi il lavoro e la carriera delle donne
Manageritalia - Camera Deputati 16102024

È stato un vero e proprio appello all’intero arco parlamentare quello che, il 16 ottobre scorso, Manageritalia ha lanciato presso la sala stampa della Camera dei Deputati. Alla presenza delle onorevoli Elena Bonetti, collegata in videoconferenza (Azione), Maria Elena Boschi (Italia Viva), Lia Quartapelle (Partito Democratico), Laura Ravetto (Lega-Salvini Premier), Mario Turco (Movimento 5 stelle) e della senatrice Paola Mancini (Fratelli d’Italia), il presidente di Manageritalia Marco Ballarè e la coordinatrice del Gruppo Donne Manager, Luisa Quarta, hanno illustrato alcuni dati sull’occupazione delle neomamme e cinque proposte di legge per migliorarla.

Occupazione femminile e maternità

In Italia, la necessità di un cambio di passo e di una maggiore attenzione verso una genitorialità che non penalizzi le donne, e per questo necessariamente sempre più condivisa, è dimostrata dai dati nazionali che vedono solo 379.000 nuovi nati nel 2023, l’indice più basso mai registrato in Italia. Il numero medio di figli per donna è oggi pari a 1,20. Nello stesso anno si sono contate 61.391 convalide di dimissioni volontarie di madri lavoratrici che hanno dovuto lasciare la loro occupazione per la difficoltà a conciliare la cura dei figli con l’attività lavorativa (fonte: Ispettorato del Lavoro, report 2023).

Non va bene neanche sotto il profilo dei congedi parentali: l’Italia, con la sua legge che prevede 5 mesi per la madre all’80% della propria retribuzione e 10 giorni per il padre, è infatti ben lontana dagli standard degli altri paesi europei.

In Norvegia per i genitori sono previsti 12 mesi di congedo retribuito, suddivisi in una quota destinata alla madre e una al padre (o all’altra mamma) e in un periodo che può essere liberamente condiviso tra i due genitori. Ciascuna quota genitoriale è con retribuzione al 100% e un massimo di 19 settimane con retribuzione all’80%. In Svezia, ogni genitore ha diritto a 90 giorni di congedo indennizzati all’80% dello stipendio; questi 90 giorni sono parte di un congedo parentale condiviso di 480 giorni.

Meglio dell’Italia anche la Spagna e il Portogallo: nella penisola iberica il congedo parentale è fissato a 16 settimane per ciascun genitore, con un indennizzo del 100% della retribuzione. Di queste, le prime 6 sono obbligatorie subito dopo la nascita della prole, mentre le successive 10 sono facoltative e i genitori potranno scegliere se utilizzarle a tempo pieno o part-time. In Portogallo, invece, i genitori possono richiedere 150 giorni indennizzati al 100% oppure 180 giorni indennizzati all’80% dello stipendio.

Invece, come ha illustrato Marco Ballarè nel suo intervento introduttivo, l’Italia deve sostenere l’occupazione femminile: «Per crescere a livello economico e sociale il Paese ha bisogno di più giovani e donne al lavoro. Come manager abbiamo il dovere di mettere in sinergia la produttività e competitività delle aziende con il benessere e il senso del lavoro delle persone, per questo abbiamo bisogno di generare un cambiamento culturale sul lavoro, in famiglia e nella società: la nascita di un figlio non deve essere più considerato un impegno esclusivo della donna, ma deve coinvolgere appieno entrambi i genitori. Dobbiamo passare dal concetto di maternità a quello di genitorialità sempre più condivisa».

Le richieste alla politica

«Per fare questo salto – ha continuato Ballarè – necessitiamo anche dell’aiuto concreto del Parlamento, del Governo e della società civile: per coinvolgere anche i tanti italiani che lavorano nelle nostre pmi servono una legge e un piccolo finanziamento che, almeno all’inizio, dia davvero una scossa al mondo del lavoro e a tutto il Paese».

La parola è poi passata a Luisa Quarta, che ha illustrato quanto già fatto da Manageritalia per combattere il gender gap e le finalità della proposta: «Da anni il nostro Gruppo Donne Manager affianca i manager delle aziende più lungmiranti per sviluppare una cultura di genitorialità condivisa che consenta anche ai padri di vivere appieno un momento così importante e irrinunciabile della propria vita e alle madri di non rinunciare al proprio lavoro. Da una recente indagine condotta sui manager italiani, emerge che l’85% degli uomini al di sotto dei 45 anni è favorevole al congedo paritario, ma soprattutto alla sua obbligatorietà. Uomini e donne sono e devono essere su questo aspetto alleati. La parità di genere non è solo un traguardo femminile, ma un’opportunità per le famiglie, la società e le aziende stesse, che così aumentano produttività e benessere».

Ecco quindi, in breve, le proposte avanzate da Manageritalia: bonus natalità di 400 euro per ogni figlio ai lavoratori dipendenti esentasse e a carico delle aziende; modifica dei congedi di paternità: il congedo diventa obbligatorio per 1 mese e facoltativo per altri 2 mesi; congedi parentali retribuiti al 100% solo per i padri (per evitare che il congedo venga preso solo dalle madri); premialità per le imprese che ampliano la durata o l’importo dei congedi a favore dei propri dipendenti; contrasto al part-time involontario: l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato di personale femminile viene concesso solo per i contratti full-time.

Queste proposte (leggi qui la versione integrale) mirano a un vero cambiamento culturale, finalizzato a combattere la disparità di genere e a guardare diritti e doveri dei genitori indipendentemente dal genere. Inoltre, intendono aiutare le donne a superare tutte le difficoltà con le quali sono costrette a scontrarsi nel momento in cui vogliono lavorare ed essere madri. Un cambiamento necessario non solo per garantire la crescita demografica, ma soprattutto per favorire lo sviluppo economico dell’intero sistema Paese.

Le proposte di Manageritalia

Art. 1 (Bonus natalità ai lavoratori dipendenti)

  1. Per l’anno 2025, l’importo del valore di Buoni natalità ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti per l’acquisto di beni essenziali per la prima infanzia ai figli nati o adottati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025, nel limite di euro 400,00 per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito ai sensi dell’articolo 51, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
  1. Agli oneri deri­vanti dal precedente comma, valutati in 6 milioni di euro nell’anno 2025 e in 550.000 euro nell’anno 2026, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione, di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190. 


Art. 2 (Congedo obbligatorio di paternità)

  1. All’articolo 27-bisdel testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, il comma 1 è sostituito dal seguente: «Il padre lavoratore ha l’obbligo di astenersi dal lavoro per un periodo di tempo pari a un mese dalla data del parto e la facoltà di astenersi per altri due mesi fino a tre anni di età del figlio, da utilizzare anche in via non continuativa. Il congedo è fruibile, fino a quindici giorni lavorativi, anche in caso di morte perinatale del figlio 
  1. Agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1, valutati in 443,1 milioni di euro, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo sociale per occupazione e formazione, di cui all’articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2.


Art. 3 (Modifica della disciplina dei congedi parentali)

  1. All’articolo 34, comma 1, primo periodo, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, dopo le parole «elevata all’80 per cento per il solo anno 2024» sono inserite le seguenti: «elevata al 100 per cento per il solo anno 2025 per il padre lavoratore che eserciti il diritto di astenersi da lavoro per un periodo non inferiore a tre mesi per tutto il periodo richiesto».
  2. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 150 milioni di euro per l’anno 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.


Art. 4 (Premialità per le imprese)

  1. A partire dal 1° gennaio 2025 alle imprese che hanno ampliato nell’anno precedente la durata o l’importo dei congedi a favore dei propri dipendenti è riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti. Alle stesse è concesso, nel limite di 50 milioni di euro, un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro nel limite massimo di 10.000 euro annui per ciascuna azienda. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Se l’azienda è in possesso della certificazione della parità di genere le agevolazioni si sommano a quelle previste dall’art. 5 della Legge 5 novembre 2021, n. 162.
  2. Con decreto del Ministro dell’Economia e delle finanze, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri e le modalità per accedere alle agevolazioni di cui al comma 1, assicurando il rispetto del limite di spesa di 50 milioni di euro.
  3. Agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1 si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.


Art. 5 (Esonero contributivo per le assunzioni di personale femminile)

  1. All’articolo 23, comma 2, del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, convertito con modificazioni dalla legge 4 luglio 2024, n. 95, dopo le parole «assunzioni a tempo indeterminato» sono inserite le seguenti: «e a tempo pieno».

On. Licia Ronzulli, Forza Italia – vicepresidente Senato: «Apprezzo le vostre proposte perché capaci di incidere sulla condizione femminile e della famiglia. Il governo in questi anni ha già fatto tanto per incentivare l’occupazione femminile e premiare quelle aziende virtuose che assumono, ma certamente resta ancora tanto da fare, e su questo ritengo cruciale che la politica intervenga in modo bipartisan: un’azione congiunta, al di là di ogni colore politico, sarà certamente più efficace».

On. Elena Bonetti, Azione: «Condividiamo pienamente l’impianto proposto da Manageritalia, molte delle proposte già fanno parte della struttura del Family Act. Nella legge di bilancio alcune misure possono essere inserite, ma devono anche essere rese strutturali. Lavorare sui congedi parentali è importante, perché affronta uno degli elementi che ancora oggi sono critici».

On. Maria Elena Boschi, Italia Viva: «Le proposte che avete fatto sono importanti perché favoriscono un cambiamento culturale del modello di famiglia attraverso la normativa. Punterei molto sulla paternità obbligatoria e sull’ampliamento dei congedi parentali. La parità retributiva e una nuova organizzazione del lavoro sono due delle chiavi per affrontare la questione femminile, che non riguarda solo la natalità: le famiglie incontrano le stesse problematiche quando bisogna accudire gli anziani, ed è quasi sempre la donna ad essere la caregiver».

Sen.ce Paola Mancini, Fratelli d’Italia: «La proposta normativa mi trova concorde, ho particolarmente apprezzato il ruolo sociale delle aziende che avete fatto emergere. Il gap salariale è dovuto anche al fatto che le donne, spesso, hanno meno tempo da dedicare al lavoro: risulta quindi fondamentale rivedere l’organizzazione del lavoro; sono particolarmente favorevole alle proposte che riguardano i bonus, la paternità e i congedi parentali, oltre la premialità per le aziende virtuose».

On. Laura Ravetto, Lega-Salvini Premier: «I temi femminili e a favore della famiglia sono da affrontare insieme; il lavoro fatto dal governo per contrastare l’inverno demografico e l’occupazione femminile stanno dando i risultati, ma possono essere migliorate e le vostre proposte vanno in questa direzione».

On. Lia Quartapelle, Partito Democratico: «Si è parlato molto di donne, ma la scarsa occupazione femminile e la bassa natalità sono questioni che riguardano tutto il Paese. Le misure proposte sono condivisibili, ma oltre ad essere introdotte devono anche essere rese stabili: meglio quindi lavorare sulla paternità obbligatoria e l’estensione dei congedi che sui bonus, che risultano trasformative e migliorative per la società».

Sen. Mario Turco, Movimento 5 stelle: «Il tema di oggi riguarda il diritto a essere genitori, un diritto universale da difendere e da declinare per tutti. Condivido tutte le misure, che aiutano ad affrontare la questione in modo sistemico. Forse va rivisto anche il modello sociale/economico di oggi basato su capitale e lavoro, al cui centro c’è la finanza; deve tornare più attenzione alla persona/cittadino».

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