Buone pratiche per il turismo

Orari di lavoro chiari, percorsi di carriera professionalizzanti e un ampio piano di welfare: questi gli elementi indispensabili per la crescita dell’hotellerie e della ristorazione emersi durante il convegno del 3 ottobre a Venezia

Abbandono dei turni spezzati, adozione di un turno unico di otto ore con due giorni di riposo settimanale, creazione di foresterie capaci di accogliere i lavoratori del turismo le loro famiglie, servizi e confort fruibili facilmente sul territorio, percorsi di carriera professionalizzanti per i più giovani, un moderno sistema di welfare che premi l’impegno personale…  sono queste alcune delle buone pratiche per attrarre e fidelizzare il capitale umano impegnato nel comparto alberghiero e della ristorazione in Veneto emerse nell’incontro Turismo e imprese: nuovi modelli di business, innovazione e pratiche nello sviluppo e gestione del capitale umano, nell’organizzazione del lavoro, nell’adozione di nuove tecnologie organizzato il 3 ottobre a Venezia da Manageritalia Veneto e Ciset.

L’incontro, parte del progetto quadriennale Turismo: Giovani – Imprese – Lavoro. Il Veneto verso Milano – Cortina 2026, si è svolto all’interno della Scuola Grande di San Marco a Venezia e ha messo a confronto manager, imprese turistiche e dell’accoglienza, istituzioni territoriali, mondo accademico e del lavoro.

Dopo i saluti istituzionali di Marco Ballarè (presidente Manageritalia), Vanni Chiozzi (area manager nordest Fondazione Milano Cortina 2026), Mauro Giovanni Viti (direttore Direzione Turismo Regione del Veneto) e Elena Donazzan (vicepresidente della Commissione industria del Parlamento europeo), Lucio Fochesato, presidente Manageritalia Veneto, ha dato il via ai lavori: «Le prossime Olimpiadi invernali di Milano -Cortina 2026 saranno il vero banco di prova per il turismo veneto. Dobbiamo farci trovare pronti come manager, imprese, istituzioni e organi di formazione mettendo al centro non solo la qualità dei nostri servizi e dell’offerta turistica del territorio ma soprattutto la valorizzazione del nostro personale, perché senza capitale umano il turismo non si fa».

Un piano strategico per il turismo

Il capitale umano è il punto di partenza anche del Piano Strategico del Turismo Veneto per il periodo 2025-2027, illustrato durante il suo intervento Federico Caner, assessore Turismo Regione Veneto: «Abbiamo messo in campo un’ampia sinergia tra le Direzioni turismo, lavoro, formazione e istruzione, in sinergia con il Sistema Camerale e la Società Veneto Lavoro al fine di analizzare da una parte i nuovi fabbisogni di personale nel comparto turistico, dall’altra migliorare le condizioni lavorative all’interno delle aziende e, simultaneamente, a rinvigorire la concezione del lavoro nel settore turistico».

Gli ha fatto eco Simone Venturini, assessore al Turismo e Sviluppo economico Comune di Venezia, commentando le azioni messe in campo per chi lavora nella città: «Dobbiamo mettere al centro della discussione economica e politica il tema dell’alloggio, dei trasporti e di stipendi adeguati capaci di garantire non solo la “sopravvivenza” ma una buona qualità della vita nelle città a vocazione turistica come a Venezia e non solo. Come Amministrazione siamo impegnati grazie al dialogo con le associazioni di categoria, gli imprenditori e i lavoratori a individuare soluzioni che consentano a chi lavora nel comparto di vivere al meglio la città e i suoi servizi».

I numeri del turismo veneto

Il confronto tra gli addetti ai lavori ha preso il via dall’analisi dei dati sui servizi turistici dell’Ufficio Studi CGIA di Mestre, presentati da Daniele Nicolai, che vedono nel 2023 la presenza di oltre 36mila imprese attive per 51mila localizzazioni. Un quadro simile all’Emilia Romagna, la prima in Italia, ma con un maggiore numero di addetti (222mila) il 9,5% del totale nazionale e un +7% rispetto all’anno record 2019).

Delle oltre 14.500 assunzioni tra 2019 e 2023, 10.400 hanno riguardato giovani (15-29 anni) e 4.100 i senior (55 anni e più) e solo 65 nella fascia 30-54. Anche nel primo semestre 2024, salgono le assunzioni di lavoratori over 55 +4,3%, mentre quelle dei giovani rimangono pressoché stabili 0,4%. Il settore è primo anche per assunzioni di lavoro dipendente, che sfiora il +10% rispetto al 2019. Spiccano ristorazione (+12mila addetti e +16%) e attività creative/intrattenimento (+1.800 e +34%).

In crescita il full-time (+13%) che sale al 56,5% sul totale assunzioni mentre il part-time cresce del 5,6% e riguarda il 43% delle nuove assunzioni. L’intero settore, negli ultimi quattro anni, continua a confermarsi poco attrattivo per i laureati -16%. Di converso, salgono le assunzioni dei «senza titolo» che fanno segnare +75% (7.600). crescono anche i diplomati + 5,2% pari a 3900 lavoratori. Quasi il 30% lavoratori stranieri, di questi il 70% non ha titolo di studio o solo quello elementare.

Innovazioni e pratiche

«Il turismo è sempre vissuto di numeri. Deve invece iniziare a vivere di qualità, sia per gli ospiti, sia per i lavoratori. Bisogna cambiare paradigma con cui si guarda al settore». Così Michele Tamma, presidente del CISET, Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica ha introdotto la sua analisi sulle buone pratiche per conciliare le richieste dei lavoratori e le necessità delle imprese. Tamma ha continuato: «L’esigenza di soluzioni flessibili, cresciuta nel tempo per le imprese, ora è una richiesta sempre più marcata anche da parte di persone, in specie giovani, che cercano la via per conciliare vita professionale, familiare, sociale. Allo stesso tempo, l’imperativo di elevare la qualità della capacità di competere delle imprese, del lavoro e dei luoghi di lavoro, delle opportunità e dignità dei percorsi personali, crea l’esigenza di trovare soluzioni in grado di conciliare le diverse spinte generate da un quadro più frammentato e articolato di un tempo. La sfida è rispondere, con approcci, tecnologie, e pratiche nuove in grado di mantenere, pur nella flessibilità e frammentazione, quel quantum di stabilità e certezze indispensabili, sia per le imprese che per i lavoratori, per investire reciprocamente, innovare, trovare efficienza».

Virginia Stagni, direttrice marketing Adecco Group e Silvia Oliva, economista e docente all’università degli studi di Padova hanno poi tracciato un quadro del capitale umano del futuro (Gen Z), mentre Paolo Gubitta, docente all’università degli studi di Padova ha dato alle aziende qualche tips per migliorare il proprio employer branding, soprattutto verso i giovani e i talenti.

Una tavola rotonda dedicata alle priorità

I molti ospiti del dibattito – Daniele Minotto (vicedirettore Associazione Veneziana Albergatori), Michele Pozzani (operation manager Gruppo Alajmo), Matteo Crivellaro (Hr director SAVE), Mattia Agnetti (segretario generale MUVE), Claudio Staderini (direttore generale Hotel Danieli Four Season), Damiano De Crescenzo (direttore generalePlanetaria Hotels), Emanuela de Zanna (direttrice Cooperativa di Cortina), Alberto Adesso (division manager GI HORECA) – sono infine stati stimolati da Michele Tamma nell’individuazione di priorità su cui lavorare per migliorare il settore.

Durante la discussione, è spiccata l’esigenza di potenziare la formazione, sia continuativa e legata alle competenze manageriali, ancora molto assenti nel comparto, sia tecnica e specifica delle fasi di onboarding dei talenti.

È poi emerso il bisogno di fare rete tra le imprese anche per la gestione e lo sviluppo delle risorse umane, così che tutto il territorio possa beneficiare delle singole iniziative

Gli ultimi due spunti, infine, hanno provato a cambiare i paradigmi: alle imprese è stato consigliato di investire sulle persone con costanza, non solo quando se ne ha strettamente bisogno, mentre ai lavoratori è stato ricordato che la stabilità lavorativa non coincide con il posto fisso, ma con la propria spendibilità sul mercato. Ancora una volta, investire sulle competenze è una chiave per rivoluzionare il settore.

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