Manageritalia Executive Professional: psicologi in azienda

Il ruolo dei professionisti della psicologia per l'evoluzione delle aziende: questo il tema al centro della parte pubblica dell'assemblea di Manageritalia Executive Professional. Un confronto che ha puntato i riflettori sui professionisti del benessere dei lavoratori e su come le organizzazioni possono affrontare cambiamenti e sfide con il giusto supporto

Un tema affrontato troppo poco, eppure cruciale per il successo delle organizzazioni: il supporto degli psicologi professionisti. È stato proprio questo il focus della parte pubblica all’interno dell’assemblea di Manageritalia Executive Professional, svoltasi il 4 novembre a Bologna. Dopo la parte privata, riservata ai delegati dell’associazione, la tavola rotonda intitolata “I professionisti della psicologia per l’evoluzione dell’azienda” ha coinvolto Carlo Romanelli (presidente Manageritalia Executive Professional), Gabriele Raimondi (presidente Oper – Ordine delle psicologhe e degli psicologi dell’Emilia Romagna) e Sergio Sangiorgi (coordinatore gruppo Psicologia del lavoro e delle organizzazioni Oper).

Psicologi ed executive professional: un connubio vincente

Per Carlo Romanelli «il titolo che abbiamo voluto dare al nostro incontro può essere l’inizio di una proficua collaborazione tra la nostra associazione e gli psicologi, anche loro professionisti, iscritti a un ordine professionale. Del resto, il 12% dei nostri iscritti sono professionisti ordinistici». Romanelli aggiunge: «Gli psicologi del lavoro intervengono fortemente nel cambiamento organizzativo. È una delle prospettive principali del loro lavoro. Quasi sempre si tratta di processi di cambiamento organizzativo. La psicologia in azienda è sempre stata legata al tema della produttività, non tanto a quello della salute. Eppure, sappiamo bene che le persone con un benessere mentale sono anche più produttive. Non a caso il tema della great resignation è di estrema attualità: le persone se ne vanno perché non stanno bene in un contesto professionale e la difficoltà delle aziende sta nel rimpiazzarle».

Formazione e salute mentale sono oggi un must

Secondo Gabriele Raimondi «il ruolo degli ordini non va trascurato. Spesso si identificano gli ordini professionali come una rappresentanza degli iscritti, questo è vero ma parziale. Il nostro obiettivo è garantire la tutela della salute dei cittadini. All’interno di questo contesto, abbiamo un’abitudine a sollecitare una formazione specifica dei nostri professionisti. Un migliaio di questi, iscritti in Emilia Romagna, si occupa di formazione professionale. Offriamo servizi diretti e istituzionali, abbiamo diversi ambiti di interventi. Chi si rivolge a noi deve avere una risposta qualificata. Abbiamo una chiave di lettura che ci fa essere professionisti del mondo. 

Il quadro generale è chiaro: le persone chiedono sempre più psicologia. Abbiamo aumenti di vissuti di ansia, depressione, difficoltà. Abbiamo anche richieste di persone non solo per superare difficoltà ma per far crescere competenze, produttività. Dobbiamo renderci conto che la psicologia non è solo cura, ma sostegno, empowerment, sviluppo di competenze». 

Alla ricerca dell’identità perduta

«Uno dei grandi temi della nostra società è la fluidità», aggiunge Raimondi. «E una delle richieste è un supporto per superare la difficoltà a definirsi, orientarsi, gestirsi in una società che cambia velocemente e che ha perso i suoi punti di riferimento. Nel mondo del lavoro anche una trasformazione dal posto fisso a una realtà in cui mi reinvento, mi definisco, come il libero professionista, è un tema delicato. La ricerca principale che ci arriva è la richiesta di un aiuto per un contesto che cambia. La psicologia rappresenta un modo per l’azienda per crescere, non solo per superare problemi. Le persone cercano motivazioni diverse per lavorare in questo contesto: l’incentivo economico ha un valore relativo. Capire quali motivazioni le persone acquisiscono o perdono in un’organizzazione è oggi determinante».

Prevenzione e decision making

Sergio Sangiorgi evidenzia come «spesso l’intervento dei professionisti è determinante nella fase di progettazione, riprogettazione e prevenzione. Il tema della salute e della sicurezza è esploso negli ultimi anni. Offriamo un accompagnamento nel capire come pensano le persone quando cercano di risolvere problemi connessi al loro lavoro (decision making). Un esempio eclatante è quello della digitalizzazione. Aiutiamo a capire quali sono gli elementi che possono facilitare o ostacolare un percorso di cambiamento, sia dal punto di vista individuale che nei team. Anche la robotica è un tema attuale: i robot hanno iniziato ad abitare i luoghi di lavoro e fanno cose che le persone non fanno più. Gli ultimi sviluppi sui cobot, i robot collaborativi, studiano le macchine che non sostituiscono le persone ma che “le capiscono” collaborando con loro». 

Lo sviluppo delle competenze

«Gli psicologi hanno un impatto forte nello sviluppo delle competenze, il settore è quello della psicologia del lavoro e delle organizzazioni», precisa Sangiorgi. «Il concetto di competenza evolve nel tempo, se è vero che si è passati dal transatlantico, con tavole di carriera, a un contesto in cui c’è un mondo che vive in un’alta velocità, che vive in una dimensione che non è solo analogica ma anche digitale, dematerializzata e disintermediarizzata, dobbiamo essere preparati. Le persone per sviluppare nuove competenze hanno bisogno di strumenti, motivazione e tempo: ricordiamoci che stanno di meno all’interno delle organizzazioni, un tempo che non permette di conoscerle in profondità. Quello che oggi serve più che in passato è prendere la mira. Vogliamo la velocità nell’intervento, ma per determinati obiettivi occorre tempo. Il compito degli psicologi del lavoro è scegliere gli strumenti più adatti per permettere alle persone e alle organizzazioni di raggiungere i loro obiettivi aumentando consapevolezza».

L’obiettivo di Manageritalia: favorire il benessere psicologico dei manager

Il presidente di Manageritalia Mario Mantovani ha concluso la tavola rotonda ricordando le azioni di Manageritalia per favorire il benessere all’interno delle organizzazioni: «Il tema delle evoluzioni organizzative è legato al tema delle grandi dimissioni. Va fatto un esercizio di umiltà e di riflessione sistematica. I manager si devono assumere le loro responsabilità: per tanti anni quando si parlava di appartenenza, c’erano in realtà disagi che si preferiva non vedere. La richiesta di competenze e l’offerta di competenze è un tema chiave. Il tema del welfare aziendale oggi è consolidato e diffuso. Manageritalia sta sviluppando negli ultimi anni l’iniziativa Benessere Manager, che punta al benessere del manager, dei nostri associati, partendo dalle loro esigenze e necessità personali. Nasce come spin-off nel processo di politiche attive: abbiamo riscontrato che nella fase di uscita dal lavoro la componente di pressione psicologica è forte e quindi l’esigenza di un supporto è elevata. Il benessere delle persone migliora tutto il resto, produttività, capacità di relazioni ecc.». 

Manageritalia Executive Professional: crescita e integrazione

«L’associazione di Manageritalia Executive Professional sta crescendo, ha un ruolo definito» ha ribadito Mantovani. «Quando si parla di executive professional e Manageritalia Executive Professional si associano parole come integrazione: portiamo all’interno dell’organizzazione persone che hanno storie diverse, profili diversi, occorre un processo di integrazione, conoscenza specifica, fiducia. Quando una persona entra in un contesto nuovo riceve un imprinting, ci vuole una vita per farle cambiare vita, capire le dinamiche. È rischioso entrare subito in stereotipi, sia interni che esterni. L’altro tema è per chi è già dentro: è la relazione. Un network relazionale è articolato e nella nostra dimensione territoriale è molto sentito. Non stiamo parlando dunque di un’associazione a parte, ma di una integrata nel mondo Manageritalia e con relazioni solide a livello territoriale».


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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