Argento: il colore e il valore di chi non è più giovane. Metallo prezioso e risorsa, gli anni non come un peso ma come una miniera di opportunità.
E cos’è la silver economy? È l’economia costruita sulle risorse accantonate o possedute dalla fascia di popolazione anziana (con i capelli bianchi, cioè color argento), che, per consistenza ed estensione, costituisce un mercato in costante espansione (Enciclopedia Treccani).
I cambiamenti demografici in stretta connessione con la silver economy sono stati al centro dell’incontro dedicato agli associati pensionati che si è svolto giovedì 5 dicembre scorso alla Piazza dei Mestieri (via Jacopo Durandi 13). Se ne è parlato, dopo i saluti istituzionali del presidente di Manageritalia Piemonte e Valle d’Aosta Alfredo Lanfredi, con Luigi di Marco, membro della segreteria generale di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), mentre Riccardo Rapezzi, presidente Fasdac – Fondo Assistenza Sanitaria Dirigenti Aziende Commerciali, è intervenuto con un focus sugli assistiti in pensione.
Studi e sfide
«Non si può parlare di silver economy – ha spiegato Di Marco nel suo intervento – se non parliamo di cambiamenti demografici».
Le premesse sono in uno studio di Confindustria sull’economia della terza età (2020): gli over 65 si caratterizzano per un consumo pro capite medio annuo più elevato (15,7mila euro contro i 12,5 per gli under 35), un reddito medio più alto (20mila euro a fronte di 16mila degli under 35), solidità finanziaria superiore (1 anziano su 10 indebitato a fronte di quasi 1 su 3 tra gli under 40), incidenza della povertà inferiore della metà rispetto agli under 35, resilienza al ciclo economico. Si può quindi parlare, più che di silver, di una vera e propria “golden economy”.
Un secondo studio a cui si fa riferimento è una relazione della Commissione Europea sull’impatto dei cambiamenti demografici e sulla necessità di fare i conti con la decrescita (COM 2020 241 final). La popolazione in età lavorativa in Europa si sta riducendo e dobbiamo trovare modi per sostenere la crescita economica inserendo più persone nel mondo del lavoro e aumentando la produttività. Per far fronte all’invecchiamento della società europea, i nostri sistemi sanitari e assistenziali dovranno adattarsi ulteriormente e dovremo considerare come finanziare una maggiore spesa pubblica correlata all’età.
Le sfide demografiche spesso variano in modo significativo tra le diverse parti dello stesso paese. Con alcune regioni che probabilmente sperimenteranno un rapido cambiamento demografico, ciò porterà a nuove opportunità e sfide, dagli investimenti alle infrastrutture e dall’accessibilità all’accesso ai servizi. Trovare nuove soluzioni per supportare le persone attraverso il cambiamento sarà essenziale. Il cambiamento demografico può anche avere un impatto sulla posizione dell’Europa nel mondo. La sua quota di popolazione globale e PIL diventerà relativamente più piccola. Ciò rende la necessità che l’Europa sia unita, più forte e più strategica ancora più importante. Il cambiamento demografico e la doppia transizione, verde e digitale, spesso si influenzano, si sostengono o si accelerano a vicenda: la lungimiranza strategica sarà quindi uno strumento essenziale per prevedere e preparare politiche per affrontare questi problemi portando a nuove opportunità e sfide. Trovare nuove soluzioni per supportare le persone attraverso il cambiamento sarà essenziale.
A fronte anche di stipendi che sono tra i più bassi d’Europa, cosa succederà in Italia – dove le previsioni fino al 2070 parlano di crescita esponenziale degli anziani (fonte Commissione Europea / MEF sull’invecchiamento 2024) – con le pensioni e quanti contributi si dovranno versare per mantenere il sistema?
Le risposte e le soluzioni, o almeno le strade da percorrere, sono indicate nel Rapporto della Commissione europea (2018, The silver economy – Final report) che definisce la silver economy come la “somma di tutte le attività economiche che soddisfano le esigenze delle persone di età pari o superiore a 50 anni, inclusi i prodotti e i servizi che acquistano direttamente e l’ulteriore attività economica che questa spesa genera. Comprende una sezione trasversale unica di attività economiche correlate alla produzione, al consumo e al commercio di beni e servizi rilevanti per le persone anziane, sia pubbliche che private, includendo effetti diretti e indiretti”.
Taccomandazioni e azioni specifiche
Il documento, in considerazione del fatto che “molti effetti indiretti e indotti offrono opportunità sia per le generazioni più anziane che per quelle più giovani” propone una serie di raccomandazioni, accompagnate da azioni specifiche da intraprendere.
La prima raccomandazione è sostenere la rivoluzione tecnologica e digitale del settore sanitario. Azione chiave 1: promuovere la formazione (formale e informale) degli operatori sanitari per aumentare la loro capacità di lavorare con le nuove tecnologie (digitali) per gli anziani. Azione chiave 2: sostenere lo sviluppo di soluzioni ICT interoperabili e la loro applicazione in tutta l’UE. Azione chiave 3: aiutare a migliorare la comprensione della protezione dei dati e della privacy e, affrontare le questioni legislative correlate, supportare i record
La seconda raccomandazione è sostenere l’invecchiamento sano in tutta l’UE. Azione chiave 1: aumentare la consapevolezza dei benefici di uno stile di vita attivo e sano e incentivare la prevenzione rispetto al trattamento sfruttando le politiche sulla promozione di servizi sanitari integrati incentrati sulle persone. Azione chiave 2: iniziative di alto livello relative all’invecchiamento attivo e sano in tutta l’UE.
La terza è aumentare l’attenzione sulle soluzioni per una migliore mobilità per le persone anziane. Azione chiave 1: promuovere e supportare pacchetti “age-friendly” con componenti m-health. Azione chiave 2: supportare la ricerca sulle auto senza conducente e sui trasporti pubblici per i clienti anziani.
La quarta consiste nell’aumentare la partecipazione attiva delle persone anziane al mercato del lavoro. Azione chiave 1: sostenere gli istituti di istruzione superiore per migliorare la loro offerta di istruzione superiore per le persone anziane. Azione chiave 2: creare consapevolezza sui fattori determinanti del successo dell’imprenditorialità degli over 50. Azione chiave 3: contribuire a migliorare le condizioni di lavoro delle persone anziane nell’ambiente di lavoro.
Quinta e ultima raccomandazione: aumentare l’innovazione di prodotti e servizi mirati alla vita indipendente degli anziani. Azione chiave 1: sviluppare standard comuni per prodotti e servizi nella Silver Economy e migliorare l’interoperabilità dei dispositivi. Azione chiave 2: aumentare la consapevolezza sui vantaggi delle soluzioni per la casa intelligente per i cittadini anziani. Azione chiave 3: sbloccare i finanziamenti per la costruzione di case intelligenti per gli anziani.
L’indice di vecchiaia è un rapporto demografico di coesistenza, definito come il rapporto percentuale tra la popolazione in età anziana (65 anni e più) e la popolazione in età giovanile (meno di 15 anni), calcolato al 1° gennaio di ogni anno: l’Italia si colloca al primo posto in Europa (fonte Istat 2024), seguita da Portogallo e Grecia. Anche solo questo dato rende del tutto evidente la necessità di impegnarsi su questi temi: “Come Manageritalia stiamo facendo la nostra parte, è una questione culturale e di sensibilizzazione su cui stiamo lavorando” ha sottolineato il presidente Lanfredi.
L’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile à nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Il Fasdac e i pensionati piemontesi
La parola è quindi passata al presidente Fasdac Riccardo Rapezzi, che (insieme al direttore Maurizio Mauro e Catina Lorito responsabile del l’Ufficio Liquidazione collegati da Roma) ha messo in luce la parte di attività del Fondo rivolta agli assistiti in pensione che, per quanto riguarda Piemonte e Valle d’Aosta, sono 749 a cui si aggiungono 574 familiari per un totale di 1323 assistiti (dati del 2023); Manageritalia Piemonte e Valle d’Aosta è la terza associazione territoriale per numero di iscritti pensionati, in crescita rispetto agli anni precedenti. Le prestazioni liquidate (sempre per il 2023) sono state 9608 per un importo totale di 2.878.135 euro, anche questo in crescita.
Per quanto riguarda i livelli di assistenza, quella ospedaliera e ambulatoriale occupano la porzione più grande, seguite a grande distanza dalle prestazioni odontoiatriche, dalla lungodegenza, dall’assistenza territoriale, i ricoveri riabilitativi, la prevenzione e l’assistenza domiciliare. L’attività di prevenzione, in particolare, ha riguardato quella di base, la cardiovascolare, oncologica prostata, oncologica colon retto, oncologica cute, malattie respiratorie, oncologica seno, oncologica utero. Fondamentale il ruolo delle strutture convenzionate: l’obiettivo è aumentare il numero e avere una presenza sempre più capillare sul territoriale nazionale puntando anche alle convenzioni con le strutture di eccellenza come gli IRCCS, gli Istituti scientifici certificati. Gli altri obiettivi che si pone il Fasdac: incrementare la percentuale di erogato rispetto alla contribuzione, incrementare le misure socio-sanitarie (ad esempio la pet terapy e l’ippoterapia), attivare convenzioni con strutture socio-sanitarie, ridurre ulteriormente i tempi delle pratiche, aumentare la prevenzione in quanto investimento e non spesa, realizzare un progetto sula genitorialità.
«In un Paese in cui la sanità privata pesa per 40 miliardi – ha osservato il presidente Rapezzi – forse dovremmo avere un approccio diverso e partire dalla domanda, non dall’offerta. Pensiamo che la sanità integrata possa essere la risposta e i fondi sanitari avranno in futuro un ruolo sempre maggiore. Il Fasdac è un grande punto di forza per tutti noi, man mano che passano gli anni, anche di fronte alle difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale. Siamo cosa diversa da un’assicurazione e i nostri obiettivi sono diversi, voi non siete clienti bensì soci e proprietari del Fasdac. Per questo è importante ascoltare le proposte, le idee e anche le critiche che provengono dal territorio. Solo così si cresce e migliora tutti insieme. Diamo la massima importanza al confronto e al dialogo continuo con i nostri associati. Con la nostra storia lunga ormai 75 anni, abbiamo le gambe e la forza per correre la maratona della salute».
Il presidente Lanfredi ha concordato: «I programmi sono molto buoni e li appoggiamo. Il Fasdac in Piemonte e valle d’Aosta è bene utilizzato e si evince anche dai numeri. Ma dobbiamo imparare ad utilizzarlo sempre meglio, soprattutto per i casi importanti e le prestazioni di eccellenza, dove fa davvero al differenza ed è un valore aggiunto».
Il vicepresidente Giuseppe Candela ha concluso con un invito: «Anche gli interventi di questa sera ci hanno confermato quanto sia importante tenere la mente allenata e coltivare degli interessi, è importante avere sempre delle curiosità e mantenersi attivi da tutti i punti di vista».