Ape, potrebbe essere controproducente

Pubblicato il Rapporto sullo stato sociale 2017

La riforma in attesa di attuazione per rendere flessibile l’uscita dal lavoro rischia di far aumentare la povertà tra i pensionati, “non altera la visione entro cui si è mossa la riforma Fornero e non ne risolve i problemi, se non in misura molto limitata” ed è scarsamente efficace come stimolo all’economia. Lo sostiene un’analisi contenuta nel Rapporto sullo Stato Sociale 2017, presentato di recente all’Università La Sapienza di Roma.
 
Come emerge dalle proiezioni (se ne parla qui e qui) le decurtazioni derivanti dall’anticipo volontario ridurrebbero drasticamente il potere d’acquisto. Un esempio: con un assegno mensile di mille euro netti, anticipando al massimo (per 3 anni e sette mesi) l’uscita, si avrebbe una pensione mensile di circa 700 euro.

Il dibattito sull’effettiva validità delle riforme previdenziali in gestazione, insomma, è sempre aperto. Intanto si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei decreti attuativi del governo – inviati lunedì alla Corte dei Conti dopo essere stati modificati recependo i rilievi formulati dal Consiglio di Stato – che dovrebbero definire i tempi di partenza dell’Ape social. Per l’Ape volontaria e la Rita i tempi non sono ancora chiari.

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