Ape social, non tutti potranno averla

L’anticipo sarà consentito inizialmente ai disoccupati

I decreti attuativi che devono stabilire le modalità di accesso all’Ape social, l’Anticipo pensionistico, sono ancora in discussione mentre il primo maggio, data in cui il governo si è impegnato a rendere attiva la misura, si avvicina.

I 300 milioni di euro stanziati a copertura del provvedimento nel 2017 non sarebbero sufficienti a soddisfare le circa 35mila domande che, secondo le stime, dovrebbero essere presentate nel corso dell’anno.

Si deve quindi stabilire chi, tra i potenziali destinatari, potrà usufruire del trattamento. Al momento il governo sembra orientato a fissare delle “fascie di priorità” i cui primi beneficiari sarebbero i disoccupati con 30 anni di contributi e senza ammortizzatori sociali da almeno tre mesi.

La definizione delle platee da includere ed escludere dal provvedimento, oggetto di trattative con i sindacati, è un ginepraio in cui sembra difficile districarsi. Per come era stato pensato inizialmente, infatti, l’Anticipo avrebbe dovuto dare risposte a varie categorie “deboli” tra cui insieme ai disoccupati ci sono i lavoratori disabili, quelli che svolgono mestieri usuranti da almeno sei anni, le maestre d’asilo.

Migliaia di persone probabilmente saranno inserite in una graduatoria e dovranno aspettare che vengano stanziati i finanziamenti per poter accedere alla pensione, con tutte le incognite dell’attesa: dai vincoli europei all’incertezza degli scenari politici ed economici nazionali.

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