Cargeas: è il momento giusto per innovare

A tu per tu con il ceo Cargeas Armando Ponzini. La crisi sanitaria permettere di affrontare con successo le nuove sfide sia in termini di operatività che di produttività

Come ha impattato il periodo di emergenza Covid-19 nella vostra azienda?
C’è una frase di Einstein, a proposito delle crisi, che ho condiviso con i miei collaboratori: “La crisi è una benedizione per le persone e per le nazioni, perché la crisi porta progresso. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”. Cargeas ha saputo fare leva sulla tecnologia in tempi brevissimi per adattare operatività e processi alle nuove esigenze di distanziamento sociale.


Sempre operativi, ma come tutti o quasi in smartworking? 
Sempre operativi! Il periodo di emergenza ci ha dimostrato che in realtà eravamo già pronti, sia per la formula smartworking, già applicata in azienda prima del Covid, sia per una formula di totale home-working, che si è resa necessaria nel periodo del lockdown.


Lo smartworking lo facevate anche prima e in questo periodo come lo avete utilizzato e con che risultati in termini di operatività e produttività?
Lo facevamo anche prima. In questo periodo tuttavia abbiamo adottato un’estesa flessibilità di orario e migliorato le dotazioni tecnologiche per permettere a tutti di operare come e meglio che in ufficio: accesso ai documenti aziendali, possibilità di meeting da remoto, intensificazione di contatti e feedback da parte del proprio responsabile.

In termini di operatività e produttività, siamo molto soddisfatti. Molti colleghi, anzi, ritengono di lavorare meglio e di più da casa: meno distrazioni, più equilibrio casa-famiglia, tempi ottimizzati grazie alla riduzione del pendolarismo.

D’altro canto, l’alienazione del lavorare isolati si è fatta sentire. Per questo, alla tecnologia abbiamo aggiunto tanta, tanta comunicazione. Come? Moltiplicando i momenti di condivisione degli obiettivi e dei risultati, con streaming dedicati e aperti a tutto il personale. Una riunione con centinaia di persone era impensabile prima del covid, ora è la normalità. Sicuramente una buona abitudine che non perderemo.


Qual è stato l’impatto dell’emergenza per il mercato assicurativo?
Al di là dei risultati tecnici, che passano, l’impatto principale è sicuramente nell’accelerazione dei processi di digitalizzazione. Tutto il settore si è concentrato su come rendere la vita più facile al cliente.


Cosa pensa cambierà quanto accaduto e quanto abbiamo vissuto per il mercato assicurativo?
Sono diversi i vettori su cui corre il cambiamento: organizzazione del lavoro, digitalizzazione di prodotti e servizi, comunicazione. Nel medio periodo, anche un diverso equilibrio tra offerta e domanda, con quest’ultima che cresce negli ambiti della protezione della salute e dell’impresa.


Cosa cambierà nei clienti?
Ci aspettiamo una sempre maggiore richiesta e fruizione di servizi a distanza, ma anche una maggiore sensibilità a temi come la salute, l’assistenza e la prevenzione. Occorre essere pronti a rispondere a queste nuove esigenze con prodotti completi, che parlino la lingua dei nostri clienti.


Quali opportunità ha mostrato per la vostra azienda e settore?
L’emergenza Covid ha dato la possibilità a tutti noi di dimostrare come le imprese assicurative possano fare molto per essere vicine ai propri clienti. Le compagnie hanno fatto letteralmente “a gara” per gestire agevolazioni nei pagamenti, dilazioni, estensioni di garanzia. Una grande opportunità per rafforzare l’immagine di tutto il comparto assicurativo.


Digitali lo eravate anche prima dell’emergenza, ma alla luce di quanto avvenuto lo sarete sempre di più?
Sì, la novità è che, da oggi, prodotti e servizi assicurativi sono “nativi digitali”. La versione digitale di un prodotto – che in passato era sempre relegata ad una ipotetica “fase II” di progetto, oggi ha la stessa dignità della versione tradizionale.


Si parla tanto di trasformazione digitale e di ridisegno, grazie a questa, del rapporto con i clienti e dei modelli di business. E per voi?
Nel lavoro di digitalizzazione dei nostri processi di vendita e post-vendita ci siamo resi conto, ancora una volta, di quanti passaggi, firme, dichiarazioni ecc richiediamo ai nostri clienti. La vera sfida è la creazione di una customer journey intelligente, che faccia arrivare al cliente le informazioni giuste, ma sappia anche stare al passo con le esperienze di acquisto più soddisfacenti.


Nasceranno anche innovazioni per i clienti, qualcosa si è visto nell’emergenza a livello di prodotto e di marketing (riportate alcuni esempi)?
Sono convinto che dobbiamo innovare il modo di comunicare. Leggendo i nostri prodotti alla luce della pandemia, ci siamo resi conto che – tecnicamente – mancava ben poco. Il grande assente è il cliente, che troppo spesso, e non per sua colpa, non conosce la profondità del prodotto che ha acquistato.


A livello organizzativo cosa cambierà?
Difficilmente torneremo indietro ai modelli pre-covid. Più probabilmente, prenderemo le efficienze del prima e del dopo e le uniremo in un nuovo modello organizzativo


Qual è oggi il ruolo dei manager e del management nel settore assicurativo?
Abbiamo il dovere di guidare il settore, in specie il comparto danni, verso una crescita sostenuta. Da troppi anni il livello dei premi è stazionario o cresce a piccole cifre, fatta eccezione per la bancassurance che è trainata dalla forza commerciale delle reti bancarie. È un cambiamento che metteremo in atto solo se saremo in grado di esserci per i nostri clienti nel momento giusto, con un’offerta in grado di parlare la loro lingua e rispondere ai loro reali bisogni.


Managerialmente parlando c’è osmosi con altri settori sia a livello di scambio culturale che di manager?
È certamente sano. Da sempre le civiltà progrediscono grazie alle contaminazioni culturali. Il settore assicurativo non fa eccezione. Il nostro Comitato esecutivo contiene anche persone che hanno passato una parte consistente della loro carriera fuori dall’assicurazione.


Quale il ruolo delle assicurazioni nella fase di ripresa verso aziende, professionisti e cittadini?
Sono sempre stato profondamente convinto che le assicurazioni abbiano un forte ruolo sociale. Significa esserci nei momenti di crisi più forte, quando cittadini e imprese non ce la fanno con i propri mezzi. Questo si realizza facendo semplicemente il nostro lavoro: pagando i sinistri, mettendo a disposizione prodotti costruiti attorno ai bisogni dei nostri clienti.


Quale potrà essere l’impatto dell’attuale situazione sulla garanzia per la perdita d’impiego (la nostra polizza Ponte) nello scenario futuro?
Ad oggi non si osservano incrementi di denunce sulla garanzia Perdita d’Impiego. Teniamo conto che al contrario dei dipendenti i dirigenti non beneficiano del decreto blocca licenziamenti. È naturalmente una situazione in divenire, collegata all’andamento della congiuntura economica e costantemente sotto controllo da parte di Cargeas.


Quale potrà essere l’impatto di quanto accaduto sulle polizze di invalidità permanente da malattia e quale la loro evoluzione?
Dal punto di vista sanitario non è ancora accertato se risultino strascichi di invalidità permanente dovuti al Covid; in particolare, sulla popolazione relativamente giovane degli assicurati Pastore ad oggi non ci attendiamo variazioni significative.

Anche in questo caso, e data la rilevanza strategica di questa polizza per Cargeas, il nostro impegno è un monitoraggio costante del contesto, con l’obiettivo di continuare ad essere per voi un partner di eccellenza, come sempre è stato nel passato.




Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Potrebbero interessarti anche questi articoli

Cerca