In Italia le pensioni più tassate d’Europa

Secondo le valutazioni di alcuni centri di ricerca, l’Italia è il paese europeo in cui i trattamenti previdenziali sono assoggettati al maggiore prelievo fiscale. Il che non sorprende se si tiene conto che nel nostro Paese circa un terzo dell’IRPEF grava sulle spalle dei pensionati.
 
 
A sostegno di ciò, basti considerare gli ultimi dati elaborati dall’Agenzia dell’entrate, dalla lettura dei quali si evince che i 16,8 milioni di pensionati contribuiscono per oltre il 30 per cento al gettito dell’imposta personale sul reddito. 
Ciò significa che su 145,9 miliardi di gettito, addirittura 44,4 provengono dalle tasche dei pensionati. Si tratta di uno squilibrio che non trova riscontro negli altri paesi della UE. 
 
A conti fatti, i pensionati italiani godono di un assegno che – al netto della tassazione – risulta del 15 per cento inferiore alla media europea. Il trattamento fiscale delle pensioni appare nel nostro Paese molto più gravoso di quello vigente in Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna e più benevolo solo di quello vigente in Svezia. Nel 2009, il reddito medio del pensionato italiano ha sfiorato i 14 mila euro lordi all’anno; cifra che, al netto delle imposte, si attesta attorno agli 11,6 mila euro. 

Probabilmente, i pensionati italiani apprenderanno con un filo di invidia che, se fossero tedeschi, francesi o spagnoli, i 14 mila euro lordi resterebbero invariati al netto delle imposte, in virtù di un prelievo fiscale pari a zero. In Gran Bretagna, invece, nel passaggio dall’importo lordo a quello netto si registra una perdita compresa tra l’1,3 e l’1,6 per cento dell’intera somma. 
 
Per alleviare l’amarezza probabilmente non basterà guardarsi indietro, dove si trova la sola Svezia: nel paese scandinavo, 14 mila euro di pensione lordi si riducono a poco più di 10 mila euro netti.

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