La tassazione delle pensioni nella Ue

Nella generalità dei paesi europei i redditi da pensione vengono colpiti con aliquote progressive e viene riconosciuta una detrazione d’imposta in cifra fissa o variabile. Si tenga però presente che:

  • in alcuni paesi della Ue le pensioni non sono di fatto assoggettate ad alcun prelievo fiscale (Bulgaria, Lituania e Slovacchia);
  • in altri paesi, invece, molto elevata è la personal allowance, cioè la quota di reddito non imponibile (in Germania e Finlandia, ad esempio, non sono tassati i redditi pensionistici inferiori a 16.500 euro, mentre in Austria quelli inferiori a 15.000 euro).

I paesi europei adottano diversi sistemi per l’adeguamento delle pensioni:

  • in alcuni paesi le pensioni sono agganciate ai salari monetari (Danimarca, Slovenia e Svezia);
  • in alcuni paesi si tiene conto sia della dinamica salariale sia del rapporto pensionati/attivi (Germania);
  • in alcuni paesi vige un sistema misto di indicizzazione salari/prezzi (Bulgaria, Finlandia, Polonia, Romania, Ungheria, ecc.);
  • in alcuni paesi alle pensioni viene garantito il pieno mantenimento del potere d’acquisto, essendo rivalutate in base alle variazioni dell’indice dei prezzi al consumo (Austria, Belgio, Francia, Regno Unito e Spagna);
  • in alcuni paesi vige un sistema di indicizzazione parziale, che garantisce una rivalutazione più consistente alle pensioni più basse (Grecia, Italia e Portogallo). 

Assieme alla Danimarca, l’Italia è uno dei paesi europei che fa registrare la più alta tassazione sulle pensioni. A sostegno di ciò, basti rilevare che un reddito pensionistico di 20mila euro all’anno viene colpito con un’aliquota media del 20,5% in Italia, del 19% in Spagna, dell’8,7% nel Regno Unito, dell’8,4% in Olanda, dell’8,3% in Germania e del 7,3% in Francia. 
Un divario altrettanto ampio si riscontra anche con riferimento ai redditi pensionistici di importo più elevato.


Il carico fiscale sulle pensioni in Italia
Dalla lettura dei dati tratti dalle dichiarazioni fiscali emerge sinteticamente che nell’anno d’imposta 2014:

  • il numero dei pensionati si è avvicinato alla soglia dei 14,8 milioni (pari al 36,3% del totale contribuenti);
  • il 35,7% dei pensionati si è collocato nello scaglione inferiore della distribuzione (avendo dichiarato un reddito pensionistico fino a 12mila euro), il 47,6% si è collocato nello scaglione intermedio (12-29mila euro) e il restante 16,6% nello scaglione superiore (oltre 29mila euro);
  • l’Irpef e le addizionali locali hanno complessivamente sottratto ai redditi da pensione quasi 59 miliardi di euro (corrispondenti al 35,1% del gettito totale);
  • il carico fiscale ha evidenziato una forte concentrazione nelle classi di reddito medio-alte. Al gettito di 59 miliardi hanno infatti contribuito per il 2,6% i redditi dello scaglione inferiore della distribuzione (fino a 12mila euro), per il 39% i redditi dello scaglione intermedio (12-29mila euro) e per il rimanente 58,4% i redditi dello scaglione superiore (oltre 29mila euro).

Sempre dalla lettura dei dati tratti dalle dichiarazioni fiscali si rileva che nel periodo compreso tra il 2008 e il 2014:

  • il gettito dell’Irpef sui redditi da pensione si è accresciuto del 17,2% (di 7,8 miliardi in cifra assoluta), quello dell’addizionale regionale del 45,9% (di 1,3 miliardi) e quello dell’addizionale comunale del 55,8% (di 0,6 miliardi);
  • l’inasprimento del prelievo a livello locale ha riguardato soprattutto le pensioni dello scaglione superiore, tenuto conto che sui redditi oltre i 29mila euro l’addizionale regionale ha segnato un +54,6% e l’addizionale comunale addirittura un +81,1%.

Indicizzazione pensioni e fiscal drag
Nella generalità dei paesi europei l’adeguamento delle pensioni avviene in base alle variazioni dell’indice dei prezzi al consumo.
In Italia, solo il potere d’acquisto delle pensioni fino a tre volte il minimo ha evidenziato una tendenziale stabilità: dal 2000 al 2014, infatti, il potere d’acquisto delle pensioni di importo più elevato si è ridotto di quasi il 15% per effetto della parziale indicizzazione ai prezzi, dell’inasprimento della tassazione e del meccanismo del fiscal drag. Si noti che per sterilizzare il fiscal drag molti paesi europei provvedono ad adeguare gli scaglioni d’imposta in base al tasso d’inflazione. 

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