Lavoro e pensione part-time, fino a 75 anni

La necessità di allungare l’età lavorativa apre i confini tra vita attiva e pensione. La tendenza è già in atto e diverse soluzioni vengono sperimentate da imprese e governi. Il gigante messicano delle telecomunicazioni Telmex, per esempio, propone ai suoi dipendenti più qualificati di restare al lavoro fino a 75 anni, con un orario ridotto a tre giorni alla settimana.

Secondo Carlos Slim, patron di Telmex (e settima persona più ricca del mondo), la misura consentirebbe di creare più posti di lavoro per i giovani e allo stesso tempo di non disperdere le preziose competenze professionali dei senior.

Sarebbe, inoltre, un modo per affrontare il problema della disoccupazione adeguando il welfare ai mutamenti imposti dall’innovazione tecnologica che, da una parte, aumenta la produttività e rende obsolete alcune occupazioni e, dall’altra, diminuisce la necessità di lavorare in presenza e dunque di spostarsi.

L’apertura dei confini tra lavoro e pensione, dunque, va di pari passo con la contaminazione tra i tempi dedicati al lavoro e quelli cosiddetti liberi. Molte persone si muovono già da anni su queste frontiere ma gli scenari all’orizzonte prefigurano cambiamenti che coinvolgeranno sempre più categorie di lavoratori.

L’allungamento dell’età attiva accompagnato da una riduzione dell’orario non sarà possibile per tutti. I lavori che richiedono uno sforzo fisico e/o quelli usuranti devono avere un limite temporale. E per i ruoli dirigenziali? Il dibattito è aperto…

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