Manager: sì allo sviluppo, no alle pensioni di legno

Venerdì 14 dicembre a Milano un’Assemblea aperta indetta da CIDA per contrastare l’ennesimo e surreale taglio alle “pensioni d’oro”

“Credo che tutti noi saremmo pronti a rifare per l’ennesima volta sacrifici a fronte di un progetto politico chiaro e comprensibile che guardi alla sostenibilità futura del nostro Paese. Ma oggi non vediamo nulla di tutto questo, anzi vediamo un Paese che sta andando alla deriva”.



Così il presidente di Manageritalia Guido Carella inquadra la grande manifestazione indetta da CIDA venerdì 14 dicembre a Milano (10,30-13 – Teatro Nuovo, Piazza San Babila, 3).



Un’Assemblea aperta per contrastare gli interventi previsti dal Governo per “tagliare” le cosiddette “pensioni d’oro”


L’iniziativa targata CIDA coinvolge le Federazioni aderenti alla Confederazione e tutte le altre Associazioni delle alte professionalità (magistrati, diplomatici, ufficiali ecc.).


Dobbiamo combattere questa deriva
richiamando tutte le persone di buon senso alle loro responsabilità individuali e collettive, come sta avvenendo con gli ultimi eventi di mobilitazione della parte maggioritaria di quella “borghesia benpensante” che, uscita da un lungo silenzio, rivendica il ruolo di guida nello sviluppo dell’economia e critica con cognizione di causa una legge di bilancio che ignora il futuro dell’Italia. Dobbiamo come manager rivendicare il nostro ruolo professionale, economico e sociale. Vogliamo dire Sì all’innovazione e allo sviluppo e No all’immobilismo e all’assistenzialismo inutile.


Non è una novità l’attacco alle pensioni “medio-alte
, i nostri pensionati sono da anni tartassati con continui prelievi di solidarietà e diversi blocchi della perequazione. Siamo passati dalla logica del bancomat per finanziare le casse dello Stato (contributo 2011-2013 dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale nel giugno 2013) a quella di un contributo di forte solidarietà (2014-2016). Quest’ultimo accettato solo in via transitoria e eccezionale dalla Corte Costituzionale e mirato a puntellare il sistema pensionistico e di sostegno previdenziale ai più deboli.


E oggi ci siamo di nuovo
. La ridda di voci e l’esagerata ipotesi del prelievo (furto legalizzato) che si va delineando nella nuova legge di bilancio ignora ancora una volta il richiamo della Corte Costituzionale sull’equa sostenibilità, sulla transitorietà e sull’eccezionalità.
Un vero esproprio che viene truffaldinamente raccontato al Paese come prelievo sulla parte di pensione non corrispondente ai contributi versati. Questo è falso e quello che stupisce e spaventa è la violenta reiterazione che colpisce sempre chi non può che subire.


Pensionati, i nostri, che insieme ai lavoratori che dichiarano redditi lordi oltre i 55mila euro rappresentano il 4,3% dei contribuenti e versano il 34,6% del gettito complessivo dell’Irpef, contribuendo a sostenere il welfare sociale di metà della popolazione adulta italiana (e delle loro famiglie) che versa al fisco solo il 2,8% del gettito Irpef.

Molti di questi pensionati, in virtù delle loro competenze e del loro patrimonio di esperienze, sono la testimonianza di un invecchiamento attivo che produce ulteriori benefici alle casse previdenziali che ricevono contributi fino a un massimo di 33mila euro pro-capite senza che questi ricevano vantaggi correlati.



Altro che pensionati d’oro: sono stati contributori d’oro nel corso della loro vita professionale e lo sono oggi anche da pensionati!

Contributori forti che hanno un patto con lo Stato, che a questo punto anche chi versa oggi vede messo in serio dubbio, e da cui sono stati più volte traditi. Mentre gli evasori passati e attuali gongolano, certi di essere come sempre e più di sempre intoccabili e condonati.


Da qui la decisione di dire Sì allo sviluppo e No agli ennesimi tagli alle pensioni ormai di “legno”.


Per ragioni organizzative, vista l’alta affluenza prevista, chi volesse partecipare dovrà dare la sua adesione a questo link entro il primo pomeriggio di giovedì 13 dicembre.


Qui potrete trovare le nostre ultime prese di posizione insieme a CIDA:

Comunicato stampa del 9 dicembre

Comunicato stampa del 6 dicembre

Intervista Sole 24 Ore

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