E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto 19 novembre 2015 del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, come ogni anno, fissa il valore definitivo di perequazione per l’anno in corso e un valore provvisorio per l’anno successivo.
Come avevamo anticipato in un precedente post, non ci si aspettava grandi stravolgimenti sull’importo delle pensioni per l’anno prossimo, visto il basso tasso di inflazione, ma le decisioni ministeriali risultano essere peggiori delle previsioni più pessimistiche.
Per il 2016, infatti, non ci sarà alcuna perequazione, perché il valore provvisorio di crescita dell’inflazione determinato dal decreto ministeriale è pari a 0.
Ma le cattive notizie non si fermano qui, dal momento che bisognerà anche recuperare uno 0,1% della perequazione 2015, in quanto il valore definitivo è stato fissato a 0,2%, mentre quello provvisorio deciso lo scorso anno era stato dello 0,3%.
Occorre, tuttavia, considerare che, vista la lieve entità degli importi in questione, la maggior parte dei pensionati non si accorgerà neppure del conguaglio negativo, come non ha avvertito a gennaio, sulla pensione netta, la corresponsione dell’aumento provvisorio che, ricordiamo, è stato attribuito integralmente solo alle pensioni non superiori a tre volte il minimo Inps (1.502,64 euro mensili) ed in misura decrescente per le altre (0,285% fino a 4 volte il minimo; 0,225% fino a 5 volte il minimo; 0,15% fino a 6 volte il minimo; 0,135% oltre 6 volte il minimo).