Pensioni, Consulta respinge ricorsi

Diritti dei pensionati ed esigenze di finanza sono "bilanciati"

La Corte Costituzionale ha respinto i ricorsi di legittimità contro il decreto legge 35 con cui il governo Renzi, nel 2015, aveva stabilito la restituzione della rivalutazione delle pensioni per gli anni 2012-2013, bloccata dalla riforma ‘Salva Italia’.

 
I ricorsi, presentati da diversi tribunali e sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti, sollevavano diverse questioni di legittimità in merito all’equità del provvedimento del governo Renzi che – in risposta alla declaratoria di incostituzionalità contenuta nella sentenza 70/2015 della Corte Costituzionale – aveva disposto rimborsi in maniera parziale: del 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo Inps, del 40% per quelle da 3 a 4 volte il minimo, del 20% per quelli da 4 a 5 volte il minimo, del 10% per quelli tra 5 e 6 volte ed escludendo quelle sopra 6 volte il minimo.
 
Dal tenore della comunicazione della Corte Costituzionale, i ricorsi sono stati respinti perché il decreto legge 35 non risulta irragionevole e, dunque, contrario ai principi della Costituzione in quanto non lesivo del bilanciamento tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica. Motivo, questo, ricorrente nelle sentenze della Consulta, che mirano a tutelare l’interesse generale ovvero la stabilità di bilancio dello stato rispetto agli interessei “particolari”, per quanto collettivi dei pensionati.

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