La senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, presidente del Gruppo parlamentare dei Conservatori e riformisti, ha presentato l’8 giugno scorso un’importante mozione finalizzata a sottolineare la non congruenza tra la sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015 e le disposizioni di cui al successivo decreto-legge n. 65, incongruenza che abbiamo più volte sottolineato su questo portale.
La mozione si basa sulla giusta presunzione che una fascia consistente di popolazione e di famiglie possa comunque essere messa in difficoltà dalla deindicizzazione totale delle pensioni di importo pari o superiore a 3 volte il minimo Inps. Viene infatti sottolineata la parziale ottemperanza della sentenza da parte del decreto legge n. 65, motivata con la difficile situazione della finanza pubblica e con la necessità di mantenere gli equilibri di bilancio.
Nella mozione si ricorda che a seguito dell’adozione del decreto-legge n. 65 la Corte dei conti delle Marche, seguendo la linea già tracciata dalla Corte dei conti dell’Emilia-Romagna e dai Tribunali di Palermo e Brescia, ha accolto, con ordinanza, il ricorso di un cittadino contro l’Inps e sollevato la questione di legittimità costituzionale del decreto-legge n. 65.
Ma soprattutto viene posto in evidenza che, come si apprende dal Bollettino ufficiale della Regione Toscana n. 12 del 23 marzo 2016, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato, con il voto favorevole di tutti i gruppi, la mozione n. 228 del 2 marzo 2016, che impegna la Giunta regionale a esercitare ogni utile pressione sul Governo affinché venga data piena e concreta applicazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015 riguardante i pensionati italiani, con importo pensionistico mensile lordo superiore a 3 volte la pensione minima.
Ciò premesso, la Mozione impegna il Governo: “- ad intervenire già in sede di predisposizione della legge di stabilità per il 2017, pur con un criterio di gradualità e tenuto conto degli obiettivi di finanza pubblica, al fine di dare piena ed effettiva attuazione alla sentenza n. 70 del 2015 della Corte costituzionale, prevedendo, a favore dei titolari di pensione colpiti dal blocco previsto dall’articolo 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, come modificato dall’articolo 1, comma 1 del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, l’integrale restituzione degli importi maturati per effetto del ripristino della perequazione e la ricostruzione del trattamento pensionistico, con effetti sugli importi degli assegni pensionistici vita natural durante, inclusa la rivalutazione sull’importo rivalutato per gli anni successivi; – a garantire agli istituti di patronato legittimati ad operare la piena tutela degli interessi dei pensionati”.
Vedremo cosa risponderà il Governo alla senatrice Bonfrisco. Certamente l’azione della parlamentare rafforza quella portata avanti dagli studi legali ai quali si sono rivolti Manageritalia e la Cida, per dare piena attuazione alla sentenza n. 70.
Qui il testo della mozione.