Il Report Welfare Index PMI 2024, presentato il 13 giugno, promosso da Generali Italia e giunto alla sua ottava edizione, fornisce una panoramica sullo stato del welfare aziendale nelle piccole e medie imprese italiane, evidenziando una crescita significativa. Infatti, dal 2016 al 2024, il numero di pmi che hanno raggiunto un livello alto o molto alto di welfare aziendale è triplicato, passando dal 10,3% al 33,3%. Un incremento particolarmente notevole negli ultimi due anni, dove si è registrata un’accelerazione dell’8%.
Quest’anno hanno partecipato a Welfare Index PMI circa 7.000 imprese di tutti i settori produttivi, di tutte le dimensioni e provenienti da tutta Italia; il rapporto si basa su un modello di analisi su dieci aree: 1) Previdenza e protezione, 2) Salute e assistenza, 3) Conciliazione vita-lavoro, 4) Sostegno economico ai lavoratori, 5) Sviluppo del capitale umano, 6) Sostegno per educazione e cultura, 7) Diritti, diversità, inclusione, 8) Condizioni lavorative e sicurezza, 9) Responsabilità sociale verso consumatori e fornitori, 10) Welfare di comunità.
L’area più matura, con un tasso di iniziativa del 56,4%, è la conciliazione vita-lavoro. Seguono, a breve distanza, salute e assistenza, previdenza e protezione, tutela dei diritti, delle diversità e inclusione sociale, tutte con un tasso superiore al 50%. L’iniziativa delle imprese a sostegno delle famiglie per la cultura e l’educazione dei figli, con il 10% di imprese attive, sta invece muovendo i primi passi.
Il rapporto sottolinea come una quota significativa della spesa di welfare nel nostro paese è a carico diretto delle famiglie, che sostengono il 22% della spesa sanitaria italiana, il 71% di quella assistenziale per la cura dei figli e degli anziani, per questo la sanità integrativa ricopre un ruolo fondamentale nel welfare aziendale con l’obiettivo di alleggerire le famiglie da costi che il sistema sanitario nazionale non è più in grado di coprire.
La sanità integrativa è costituita principalmente da coperture assicurative prestate con fondi sanitari o polizze. Le aziende attive in questo ambito sono cresciute complessivamente dal 38,5% nel 2022 all’attuale 43,4%. I fondi sanitari di categoria hanno raggiunto il 31,3% delle PMI italiane, ma le iniziative più propriamente definibili di welfare aziendale sono le coperture diverse e migliorative offerte da alcune imprese: polizze sanitarie aziendali (10%), fondi sanitari istituiti dal contratto integrativo (3%), adesione a fondi o casse aperte (2,1%).
In questo contesto si colloca la Cassa Sanitaria Carlo De Lellis, nata su iniziativa di Manageritalia nel 1998, che offre forme di assistenza sanitaria integrativa per le aziende e i loro dipendenti o enti e organizzazioni di rappresentanza di lavoratori autonomi, inoltre, con #SempreinSalute, le soluzioni per la salute sono rivolte a dirigenti, quadri, executive professional e loro familiari.
Un secondo insieme di iniziative comprende i servizi di assistenza sanitaria e sociosanitaria: un insieme variegato di prestazioni dirette, in molti casi di carattere innovativo, anch’esse in forte crescita negli ultimi anni: dal 22,8% nel 2020 al 30,8%.
Alcune sono discretamente diffuse, come i check-up (12,3%) e le convenzioni con ambulatori medici e dentistici (11,6%), entrambe in forte aumento. Altre sono in fase iniziale e presenti al più nel 6,3% dei casi: si tratta di prestazioni quali screening di prevenzione, sportello medico interno, servizi sociosanitari (sostegno psicologico, riabilitazione, ecc.), campagne di informazione (fumo, alimentazione), servizi di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti, campagne di vaccinazione, consulti medici a distanza, servizi medici con visite a domicilio.